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«Fermi l’emendamento sulla giustizia amministrativa», lettera al Colle da 300 toghe

«In questo particolare e delicato momento per il Paese, chiediamo alla politica di ascoltarci e rivolgiamo un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella quale Garante ultimo della Costituzione e dei principi di indipendenza della magistratura in Essa espressi, che rischiano di essere gravemente compromessi in caso di approvazione dell’emendamento 17.100, all’articolo 17 dell’A. S. 2272». Lo si legge in un documento a firma di oltre 300 magistrati amministrativi, di Tar e Consiglio di Stato ( in un plesso che ne conta meno di 400), rivolto al Capo dello Stato e che fa seguito alle critiche già espresse nei giorni scorsi da parte delle associazioni riguardo la proposta, all’esame del Parlamento, di modificare la composizione del Cpga. Secondo l’appello, «oggi si sta tentando di ottenere il varo di una radicale riforma dell’organo di autogoverno inserendo in maniera silenziosa, violando i più elementari principi di trasparenza e leale collaborazione e senza alcuna interlocuzione con lo stesso Consiglio di presidenza e con le associazioni rappresentative dei magistrati, un emendamento, di formulazione tutt’altro che piana, in un testo dedicato al Pnrr e all’efficienza della giustizia, e che, quindi - salvi complessi e artificiosi voli pindarici - non profila alcuna attinenza con la riforma dell’ordinamento giudiziario della magistratura amministrativa».

«Sono sconcertata per il metodo utilizzato e non solo. L’emendamento proposto», dice Gia Serlenga, presidente dell’Associazione nazionale magistrati amministrativi, «contrasta con il principio costituzionale di indipendenza dei magistrati amministrativi e con la democraticità che deve caratterizzarne l’organo di autogoverno, con l’art. 6 della Cedu e con le sue varie espressioni, ivi inclusa l’indipendenza del giudice di primo grado da quello di appello, e si muove in direzione antitetica a quella descritta dal Commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders. È una questione così sentita e preoccupante che ha visto una corposa, compatta e trasversale partecipazione e mobilitazione dei colleghi magistrati. Confidiamo nel sostegno del presidente Mattarella e nella sua sensibilità più volte manifestata per il necessario processo di democratizzazione della giustizia amministrativa ancora in fieri».

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